WORKSHOP AL CNEL SU MISMATCH  E TRANSIZIONI

Il lavoro, la formazione e il raccordo fra domanda e offerta

Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è un problema strutturale in forte crescita che ha interessato nel 2022 oltre 2 milioni di persone. Un fenomeno accelerato dalla pandemia, che ha a che fare con il divario tra le competenze richieste dalle imprese e quelle possedute da chi cerca lavoro. Lo scorso 1° marzo presso la sede del CNEL, alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara e del Presidente del CNEL, Tiziano Treu, si è svolto un dibattito sulla disponibilità di governo, regioni, parti sociali e istituzioni formative per realizzare una collaborazione stabile a livello nazionale sulle prospettive dell’accesso al mondo del lavoro.

Tre le proposte emerse dal convegno: l’ipotesi di costruire un sistema interregionale di raccordo fra domanda e offerta, in pratica una sorta di cruscotto di “Emergenza Lavoro; una piattaforma nazionale sull’orientamento e infine, uno schema di patti di collaborazione fra imprese e mondo Universitario per integrare i programmi formativi degli studenti in modo da accelerare e favorire i tempi di accesso al mercato del lavoro. Il convegno è stato organizzato per presentare i primi risultati del tavolo CNEL sul Mismatch istituito nel febbraio 2022 e coordinato dai consiglieri Silvia Ciucciovino e Michele Faioli, che ha svolto ben 22 audizioni di istituzioni, imprese, associazioni con il coinvolgimento di oltre 100 esperti e manager.

Villa Lubin sede del CNEL a Roma

Hanno partecipato alle audizioni il Ministero dell’Istruzione, l’ANPAL Servizi, Invalsi, Indire, il Consiglio Nazionale Giovani, la Confcommercio, la Confartigianato, la Conferenza dei Rettori, il  Prof. Beolchi dell’Università Cattolica di Milano, l’Acea, la Banca Popolare di Milano, l’Enel, l’ ENI, le Ferrovie dello Stato, Intesa San Paolo, Leonardo, Poste Italiane, Unicredit, Terna, Tim, Vodafone, Wind3. Dal report introduttivo è emerso che il mismatch nel 2022 ha raggiunto il 40%. Attualmente, secondo gli ultimi dati di Unioncamere, ci sono 500mila posti di lavoro vacanti. In media le imprese impiegano 3,9 mesi a reperire il profilo ricercato. Il 16,8% dei profili richiede una ricerca tra 6 -12 mesi e per l’8,1% la ricerca supera i 12 mesi.

Molte le cause di questo quadro particolarmente complesso tra cui aspetti demografici, sociali, culturali, retributivi, ma soprattutto l’inadeguatezza di percorsi formativi poco orientati alle professioni richieste dal mercato e non al passo con l’innovazione tecnologica. Le regioni del Centro-Sud quelle in maggiore sofferenza: Molise, Sardegna, Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia e Calabria. Tra i settori più critici quello dell’informatica, dove c’è scarsissima disoccupazione, ma grande difficoltà di reperimento, e quello della ristorazione, dove oltre al fattore reperimento, si associa l’elevata disoccupazione. Gli operai specializzati, sono quelli più difficili da reperire (55%), ma si registrano difficoltà anche per i dirigenti d’impresa (55%), nel settore dell’edilizia e in quello manifatturiero (dati Unioncamere). Per poter svolgere un’azione di utile raccordo fra istituzioni, mondo del lavoro e mondo della formazione e per conseguire indicazioni concrete in tempi coerenti con l’urgenza e l’importanza della fase, da un lato si è ritenuto di attivare una cabina di  regia, con la presenza dei ministeri maggiormente impattati dal tema e dei principali soggetti sociali (tra gli altri, le Associazioni Imprenditoriali, le Organizzazioni Sindacali, Unioncamere, Inapp, ANP, i soggetti   operanti nel terzo settore, le principali    associazioni dei giovani); dall’altro, sono state coinvolte, attraverso un importante calendario di audizioni gestito dalla Commissione Informazione Lavoro, le principali istituzioni e imprese italiane, sia per il loro ruolo   centrale nell’attuazione dei programmi del PNRR, sia per monitorare l’evoluzione dei principali settori e il rapporto con le piccole e medie imprese presenti nell’indotto dei diversi mercato di riferimento.

Priorità su cui lavorare: Le principali criticità e alcuni segnali positivi emersi nel corso delle audizioni hanno sicuramente confermato l’assoluta necessità di misure urgenti e, allo stesso tempo, di riforme in grado di dare riscontri strutturati, di medio-lungo periodo. L’obiettivo è dotarsi di uno strumento efficace, tempestivo, digitale, utile a chi cerca lavoro, a chi lo offre, a chi fa orientamento, a chi fa formazione, a chi vuole investire. Costruire un ecosistema di orientamento non può voler dire condizionare le scelte di studio o di lavoro, è il contrario. La connessione con le professioni del futuro potrebbe guidare in modo ancora più marcato l’azione degli esperti di orientamento aziendale che potrebbero diventare figure strategiche, di sistema.

Fonte CNEL