Una nuova cultura della formazione per affrontare le sfide future

Dic,2022

Di Gianluca Naldoni, Responsabile Confesercenti Toscana Area Formazione e Sindacale

Le imprese ed il mondo del lavoro hanno attraversato in questi ultimi anni una fase storica inimmaginabile solo fino a qualche anno fa.

Prima la crisi economica, poi la pandemia che ha riportato tutta l’umanità a vivere un’esperienza, quella del lockdown e delle successive restrizioni, che pensavamo appartenessero a tempi ormai lontani e irripetibili.

Come se ciò non bastasse, quando si cominciavano ad intravedere segnali concreti di normalizzazione e ripresa, sono arrivate la crisi energetica e la guerra in Europa, che hanno generato, semmai ce ne fosse stata la necessità, nuova incertezza e preoccupazione.

Ma come già avvenuto in passato anche questa volta l’umanità e l’economia hanno ritrovato vigore e sono ripartite in modo significativo, pur in un contesto di profondo cambiamento.

Oggi siamo di fronte ad una situazione dove le regole e le esigenze del mercato, hanno subito profondi ed importanti stravolgimenti, mutando velocemente le abitudini e le esigenze delle persone, coinvolgendo inevitabilmente anche il mondo imprenditoriale, che ha dovuto e dovrà ulteriormente adeguarsi a tutto ciò.

L’obbiettivo e sempre di più quello di introdurre strumenti che consentano alle imprese di essere competitive sul mercato disponendo di professionalità e strumenti in grado di rispondere alle nuove esigenze.

Ora come non mai, dunque, è centrale il tema della formazione, in tutte le sue declinazioni e le risorse introdotte a tutti i livelli debbono essere all’altezza e in sintonia con queste trasformazioni.

Occorre però prendere coscienza del fatto che è indispensabile acquisire una “nuova cultura di impresa”. A fronte di aziende, che considerano i percorsi formativi e riqualificativi fondamentali per il loro futuro, ve ne sono altre, ancora troppe, che li ritengono un onere e non uno strumento di crescita.

La prima grande sfida, dunque, è quella di interagire con decisione su tutto il tessuto imprenditoriale trasmettendo il messaggio che, solo attraverso la qualificazione professionale si possono intercettare le nuove esigenze e quindi ampliare i bacini di utenza.

Ci sono in Toscana, ma anche in altre aree del paese, settori economici, come quelli del commercio e del turismo, che ancora oggi scontano difficoltà culturali ad approcciare, in modo convinto, percorsi formativi che non siano quelli obbligatori.

Il mondo manifatturiero e dei servizi avanzati, nella maggior parte dei casi, ha acquisito la consapevolezza che accedere a percorsi formativi innovativi e di alta consulenza è una necessità imprescindibile e non una possibile opzione da valutare. Le organizzazioni datoriali, come la Confesercenti, debbono quindi operare allo scopo di facilitare questi cambiamenti di politica aziendale.

Nel settore commerciale si scontano notevoli difficoltà, da parte delle imprese spesso piccole o piccolissime, ad aprirsi ad un mercato, profondamente mutato negli anni e ulteriormente trasformato dall’avvento dell’e-commerce che peraltro la pandemia ha fatto crescere in modo esponenziale.

Nel turismo il boom del post-Covid rischia di far perdere di vista le difficoltà che una buona parte delle imprese del settore ancora oggi sconta in tema di competenze necessarie per una corretta gestione aziendale, di organizzazione del lavoro, di qualificazione del personale, di acquisizione di nuove competenze e strumenti in grado di accompagnare e accrescere i processi di innovazione digitale e i sistemi di gestione informatizzata dei servizi.

FonTer, che da anni svolge un ruolo molto importante nella nostra Regione offrendo prodotti formativi in grado di accompagnare le imprese verso nuove opportunità, offrendo loro prospettive più adeguate e in grado di raccogliere nuove progettualità e maggiori stimoli per favorire un cambiamento convinto e al passo dei tempi è dunque ora più che mai uno strumento a cui ricorrere ed una opportunità da non perdere.