Intervista a Fabio Cenni, imprenditore alberghiero e Presidente di Assohotel Toscana
Fon.Ter dal 2004 ha aperto una linea di finanziamento dedicata al Settore Turismo, programmando importanti interventi finalizzati a rispondere ai specifici bisogni formativi di un comparto in continua evoluzione e, recentemente, particolarmente penalizzato da pandemia e conflitti. Le risorse stanziate dal Fondo ammontano a oltre 2 milioni solo per il 2022, con 521 imprese coinvolte e 4.984 lavoratori formati. L’importanza dell’andamento pluriennale, di questa attività nel settore Turismo, è testimoniata da oltre 33 milioni di risorse stanziate, 13.117 aziende coinvolte e più di 82mila lavoratori formati. Un risultato globale significativo ottenuto anche grazie alle imprese che collaborano da anni con Fon.Ter, eccellenze, che per mezzo della formazione finanziata hanno permesso al settore di crescere, restando al passo del cambiamento e delle transizioni.
Nel nostro periodico viaggio tra le realtà e i personaggi che interagiscono con FonTer, portando la loro utile testimonianza e le loro esperienze sul campo, abbiamo, in questo numero, il piacere di intervistare il dott. Fabio Cenni, imprenditore del settore alberghiero, General Manager Hotel Ercolini e Savi – Ristorante La Pecora Nera, di Montecatini Terme che opera nel turismo e nell’accoglienza, da generazioni, sin da fine ‘800, primi del ‘900 e dal 2022, Presidente di ASSOHOTEL TOSCANA. “Sono nato e cresciuto in albergo come tanti colleghi – ci racconta Cenni – con nonni e poi madre impegnata notte e giorno. Durante il percorso di studi, terminato con la laurea in economia aziendale, ho iniziato a capire i meccanismi del lavoro, prima amministrativi, poi commerciali. Era il periodo della nascita di Internet, che ha rivoluzionato i processi decisionali e di acquisto del travel. Mi sono quindi subito appassionato e ho seguito tutti i cambiamenti che ci sono stati e applicato via via le best practice, per operare al meglio”.

Lo definirei un percorso costruttivo e di prestigio, che certamente le consente oggi di avere una sua visione più che realistica del settore, oltre che da imprenditore, anche nel suo nuovo incarico di presidente Assohotel Toscana
Il turismo ha un ruolo determinante nell’economia della mia regione e dell’Italia tutta. Se ci fossero stati dei dubbi su questo, nel post covid, quando si iniziava a riacquisire la libertà di uscire e lavorare in tutti i settori, ma rimaneva l’impossibilità di viaggiare da regione a regione e i confini ancora chiusi, ci siamo accorti che il turismo, ultimo settore che è ripartito, è come l’elettricità, ci si accorge quanto sia necessaria solo quando manca.
Dall’industria dei viaggi all’alberghiero e alla ristorazione, sono diversi i ruoli e i tipi di attività in questo settore che si sta fortemente evolvendo; ritiene che ci sia l’esigenza di nuovi percorsi formativi, sia per offrire più spazio ai giovani, che per adeguare l’esperienza di chi già opera sul campo
Il mercato del lavoro ha subito una significativa rivoluzione negli ultimi 3 anni e il covid, ancora una volta, ha giocato un ruolo determinante, uno spartiacque in cui molti, obbligati a stare a casa, hanno riscoperto il valore del tempo libero e hanno quindi dato un peso diverso al proprio tempo lavorativo. Abbiamo quindi perso molte professionalità, ho avuto l’esempio di professionisti dell’accoglienza, con piena padronanza di 4 lingue, che hanno preferito andare a fare il portalettere, per la comodità dell’orario e l’assenza del lavoro nel weekend. Quindi la risposta è affermativa, serve formare con grande rapidità una nuova classe di operatori del turismo perché la domanda è più forte di prima e non siamo pronti a soddisfarla, non lo siamo stati nell’estate del 2022, e temo che ancor meno lo saremo nei prossimi mesi.
Quali oggi le competenze più richieste e le skill più ricercate, per una preparazione multidisciplinare idonea a creare un’offerta turistica accurata, rispettosa dell’ambiente e strettamente collegata al contesto innovativo.
Faccio un esempio: per lavorare nella portineria di un albergo 15 anni fa era necessario conoscere le lingue, almeno 3 o 4, e la tecnica alberghiera. Negli ultimi 5-10 anni la situazione è cambiata, la padronanza delle lingue è sempre utile, ma ormai l’inglese è sufficiente per lavorare con tutto il mercato EU (20 anni fa non era così) e le “nuove lingue” che oggi servono in luogo del francese, tedesco e spagnolo sono piuttosto il russo e il cinese. Servono poi molte skill diverse quali ad esempio la capacità ad un approccio alla vendita più marcato, la conoscenza dei meccanismi di vendita che hanno rivoluzionato il mondo del travel e perché no, anche una base di psicologia.
Come è nato il suo rapporto con FonTer e come si è sviluppato. Ci sono, secondo lei, margini di miglioramento per una formazione sempre più adeguata
Ho conosciuto FonTer con i corsi obbligatori per i dipendenti, poi quando ero presidente provinciale, insieme alla società di Confesercenti che si occupa di formazione, mi sono impegnato per proporre corsi specifici indirizzati verso la nostra professione. Il fattore determinante è dato dalla qualità del percorso formativo, i dipendenti, spesso “scottati” da formazioni obbligatorie fatte “perché devono esser fatte” partecipano mal volentieri ai corsi anche se svolti in orario di lavoro. Fare della formazione di qualità invece, come quella che si può fare con FonTer, su tematiche innovative ed attuali, porta quella nuova linfa in azienda che spesso fa il successo di un’impresa.
Ho avuto casi di dipendenti che al termine di alcuni percorsi formativi mi hanno dato dei suggerimenti validi e soprattutto ho visto in loro una nuova chiave di lettura del proprio lavoro.

Per il turismo regionale, che ha attraversato, come quello nazionale, un periodo molto difficile, si prevedeva e si sperava in un dopo pandemia che avrebbe creato nuove opportunità e prospettive; quanto questo si sta verificando, nonostante la guerra, e come si presentano i segnali di ripresa
Si sta realizzando in pieno, seppure con il freno della guerra che blocca, almeno in parte, tutti i mercati dell’ex blocco sovietico e nonostante l’incombente recessione che tutti i giorni leggiamo sui giornali e che ci spaventa, dalla “trincea” però vi dico che i numeri sono incoraggianti, e il 2023 sarà l’anno del sorpasso rispetto al 2019 anche per le destinazioni che sono ripartite da ultime come le città d’arte.
L’esperienza sul campo e le rilevazioni nelle località d’arte, evidenziano che una corretta gestione delle emozioni degli ospiti può avere un impatto positivo sul fatturato. Ritiene anche lei, utile e opportuno, sviluppare la cultura del Coaching nella propria impresa e sviluppare il cosiddetto “Revenue Emotivo” che, come sembra, nel complesso, migliora la performance economica delle aziende hotel, agriturismi, ristoranti e case vacanza
Precedentemente ho detto che anche una base di psicologia rientra tra le nuove skill che dovrebbe possedere chi lavora nel settore dell’accoglienza. Gli ospiti non cercano più solo un letto comodo, pulito e una buona colazione, vogliono esperienze, contatto umano, scoperte. Il dualismo tra cliente soddisfatto (che quindi lascia tracce positive sul web) e il revenue, (la produzione dell’hotel) è ormai dimostrato ed evidente da anni, chiaro quindi che un dipendente formato, in grado di trasmettere queste sue competenze e conoscenze altro non fa che moltiplicare la produttività delle risorse dell’imprenditore.
Come Presidente di Assohotel e esperto imprenditore dell’Ospitalità che cosa si sente di suggerire oggi agli operatori del comparto per favorire crescita, competenza e promozione dell’offerta turistica in generale
Ascoltare, ascoltare ed ancora ascoltare. I clienti ci segnalano i nostri pregi ed anche i nostri difetti, le loro esigenze e i loro desideri. Bisogna prendere in considerazione questi suggerimenti e realizzare gli eventuali correttivi. Ciò implica il coinvolgimento di tutta la realtà operativa dell’azienda. Vendersi per quello che non si è non funziona mai è meglio avere pochi ospiti soddisfatti che molti insoddisfatti e ciò implica la necessità di specializzarsi sui segmenti di clientela adatti alla propria azienda o alla propria città e renderli felici.