Intervista ad Elena Capriotti

Pubblichiamo in esclusiva, per il nostro Magazine di Settembre, una intervista alla Dott.ssa Elena Capriotti, Direttore Confesercenti di Ascoli Piceno e Fermo, Vice Direttore Regionale Confesercenti Marche e Presidente Regionale Ente Bilaterale Territoriale Marche

Gli imprenditori, le imprese e i lavoratori in tempo di crisi e di post covid, per un corretto rilancio, debbono lavorare sulla capacità di innovazione, cogliendo tutte le opportunità per evolvere la propria offerta sul mercato e adeguare, coerentemente a questa, il loro modello operativo e organizzativo. Bisogna prestare maggiore attenzione all’ espansione geografica dell’impresa, puntare a target diversi e a nuovi mercati, quindi diversificare le attività, garantendo la solidità patrimoniale. Le Marche rappresentano oggi un’economia più diversificata rispetto a quella dei primi anni novanta, prevalentemente basata sulla permanenza dei distretti tradizionali. Di questo e di altro abbiamo parlato con la d.ssa Elena Capriotti.

Dr.ssa Capriotti quale è secondo lei la riflessione di partenza che debbono fare queste imprese

Certamente, affrontare la ripresa rimanendo però fedeli ai paradigmi di business consolidati nel tempo. Dall’ indagine propedeutica svolta per accedere ai percorsi di formazione nelle Marche, 6 aziende su 10 hanno dichiarato di voler evolvere la propria strategia aziendale, andando a cercare nuovi bacini di clientela da servire, e sviluppando nuovi prodotti e servizi. Con la stessa percentuale contestualmente, le imprese hanno espresso la necessità di adeguare il loro modello operativo alle nuove esigenze dettate dal new-normal anche attraverso lo sviluppo di nuove competenze con la formazione e le assunzioni mirate.

E’ evidente, quindi, che le imprese guardano a nuovi profili professionali?

Di fronte allo shock che abbiamo vissuto e al contesto odierno le aziende hanno sempre più bisogno di essere affiancate da tutor e consulenze qualificate, l’imprenditore non può più essere lasciato solo. Negli ultimi due anni, nelle Marche, molti imprenditori hanno richiesto una consulenza strategica qualificata e di formazione per i propri dipendenti guardando alla acquisizione di nuove competenze. Le aziende si stanno rivolgendo alla Associazione anche come intermediazione con provider specialistici per l’ampliamento dei canali commerciali, lo sfruttamento degli incentivi governativi, la consulenza su temi legati a modelli operativi emergenti, anche abilitati dalle nuove tecnologie.

La crisi come opportunità per evolvere i paradigmi aziendali anche formativi con un  fondo  adeguato ai nuovi fabbisogni? 

Innanzitutto al centro dell’impresa abbiamo il lavoratore, e occorre guardare alla  formazione come un momento di  benessere proiettato verso la  produttività.  Nel febbraio scorso, a San Benedetto del Tronto, numerose imprese hanno aderito al programma Benessere formativo. E’ stato attivato un training motivazionale del personale sul tema produttività, benessere e alimentazione per il settore commercio, turismo e servizi. L’iniziativa che ha fatto registrare un notevole successo sarà ripetuta prossimamente.

Programmare piani di sviluppo per il propri team e per se stessi, questo quanto suggerisce il futuro, cambiano le modalità formative?

Abbiamo solo uno scenario diverso davanti, magari più stimolante che va maggiormente incentivato. E-learning, ovvero la formazione nell’era del distanziamento sociale. All’interno di questo ambito, si prevede un grand esvilupoo per l’e-learning personalizzato. Inoltre, il coinvolgimento dei manager nel learning design dei collaboratori sarà determinante.  Il microlearning. Siamo tutti consapevoli che trascorrere ore e ore tutti i giorni davanti a uno schermo può causare burnout. Ecco allora che la formazione sarà sempre più costante, ma parcellizzata. I tre giorni o le settimane intere dedicate all’apprendimento di nuove competenze saranno un lontano ricordo. 

Farei anche un accenno sulla Formazione in relazione a salute e benessere

Le Marche da tempo sono state protagoniste di eventi formativi volti ad incoraggiare la buona salute e il benessere dei lavoratori. Non solo, dunque, programmi sulla  sicurezza negli ambienti di lavoro (uffici, spazi da condividere o a casa propria), ma formazione per garantire il benessere mentale, webinar, appuntamenti di mindfulness  e per concludere le soft skill che diventeranno un must.

Quale è dunque, secondo lei, il ruolo di FonTer fin qui delineato?

Il ruolo di Fon.Ter in questi anni è stato sempre più importante, grazie alla qualificata collaborazione offerta alle aziende marchigiane, anche attraverso l’Ente bilaterale. Il nostro tessuto produttivo, oggi, rispetto a dieci anni fa, quando a causa della scarsa managerializzazione e al mancato ricambio generazionale nelle aziende, oltre alla predominanza di competenze low skill nelle piccole imprese, mostrava molte criticità, è molto migliorato. Negli ultimi anni, grazie al contributo del Fondo, abbiamo assistito una vera rivoluzione per le tante le imprese che hanno beneficiato degli aiuti in formazione. Ripensamento dei processi organizzativi e formativi del personale  per l’imprenditore che deve guardare ad un cambiamento consapevole, dettato da nuovi condizionamenti esterni e Fon.ter come sempre ha dimostrato di essere pronto a raccogliere tutte le richieste di nuova progettualità; certamente uno strumento in più che si aggiunge alle diverse forme di aiuto.